Pagina estrapolata da “Il resto del Carlino” del 20 novembre 2022.
Tra lealtà e fsntasia
All’epoca dell’avvenimento descritto, eco di un passato più ingenuo e rustico, le persone tanto ricercate che si impegnavano con serietà e convinzione ad aiutare dei sofferenti non erano numerose per quel che posso ricordare. Personalmente ne ho conosciuto una sola e quindi non posso sapere se, per esempio, le parole e i gesti manuali adottati dalle altre erano uguali o diversi. Nemmeno ho avuto l’occasione di incontrare e scambiare opinioni con altri ‘pazienti‘ beneficiati da tali manovre.
L’operatore specializzato per natura che cercò di liberarmi dal noioso disturbo fisico si chiamava Vincenzo. Era noto a noi tutti perché capostipite di una simpatica famiglia conosciutissima e attiva nella nostra parrocchia ed oltre. La sua casa, frequentata dalle tante amicizie, profumava spesso di un giardino rigoglioso e colorato adiacente ad una parete, curato da una nuora appassionata.
Quando poi l’abitazione non era disponibile, gli arcani movimenti della metafisica cintura che doveva risollevare l’anima caduta venivano praticati al centro di un’aia agreste da un paffuto, sorridente contadino seduto in una vecchia scranna.
Stando ai miei ricordi e ai miei tempi, direi che al termine delle sedute non erano previste retribuzioni o… parcelle. Da sempre invece e in altri casi, erano visibilmente gradite produzioni locali come l’olio, prezioso alimento per coloro che non lo producevano.
Un fiore per te.